femore |
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Femore:
Osso lungo e pari (il più; lungo e voluminoso del corpo umano) che costituisce lo scheletro della coscia. Esso si unisce in alto all'osso iliaco con l'articolazione dell'anca, in basso con la tibia nell'articolazione del ginocchio. La sua parte intermedia, o corpo o diafisi, ha una forma che può definirsi prismaticotriangolare. L'estremità superiore, o epifisi prossimale, è costituita dalla testa, che rappresenta un segmento di sfera e porta al centro una depressione sulla quale si inserisce un robusto legamento (legamento rotondo). Alla testa fa seguito il collo del f., che ha la forma di un cilindro appiattito. Un importante aspetto di questi segmenti è che l'asse del collo forma con quello della diafisi un angolo mediale compreso tra i 130o e i 127o. Questo angolo, detto angolo di inclinazione, con le sue variazioni in più; o in meno assume una particolare importanza nel definire le alterazioni in valgo o varo quali si hanno nella coxa valga e nella coxa vara. Alla base del collo troviamo due tuberosità, dette grande e piccolo trocantere, su cui prendono inserzione importanti gruppi muscolari. L'epifisi distale ha un aspetto del tutto diverso. L'osso qui si rigonfia e all'inizio del rigonfiamento si forma al centro una gola che sfuma sui lati con due faccette articolari, una mediale e una laterale: è la troclea femorale che assume appunto l'aspetto di una puleggia. Le due faccette nella parte più; inferiore si separano e si formano così due rilievi ossei detti condili, che si presentano arrotondati a forma di spirale. La parte più; alta della troclea permette lo scorrimento della rotula. I due condili terminano con due rilievi laterali detti epicondili.
È la testa del f. che sopporta da sola tutta la fatica articolare che scarica poi lungo la diafisi. Data l'importanza del f. nella statica e nella dinamica del corpo, esso va frequentemente soggetto a traumi che possono determinare la frattura a livello di una qualsiasi delle sue parti. |
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