Ibis eremita |
Geronticus eremita |
Threskiornithidae |
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Geronticus eremita: Ibis eremita: Uccello della famiglia dei Treschiornitidi dell'ordine dei Ciconiiformi. In pericolo critico di estinzione.
Classificazione scientifica
Regno: Animalia
Sottoregno: Eumetazoa
Superphylum: Deuterostomia
Phylum: Chordata
Subphylum: Vertebrata
Superclasse: Tetrapoda
Classe: Aves
Sottoclasse: Neornithes
Ordine: Ciconiiformes
Famiglia: Threskiornithidae ................. Richmond, 1917
Genere: Geronticus .............................. Wagler, 1832
Specie: Geronticus eremita ................ Linnaeus, 1758
L'ibis eremita raggiunge la lungo circhezza di 70 - 80 cm, una apertura alare di 125 - 135 cm ed il peso di circa 1,5 kg.
I maschi sono leggermente più grandi delle femmine, ed hanno il becco leggermente più lungo.
Il piumaggio è interamente di colore nero corvino in ambedue i sessi: sul petto ed in particolare sulle ali sono presenti riflessi metallici di colore verde, violetto e bronzeo, mentre le copritrici alari presentano una cratteristica sfumatura di colore rosso-rame. Sulla cervice e sulla parte posteriore del collo le penne sono arruffate a formare una sorta di gualdrappa, mentre sulla nuca esse appaiono lanceolate e sono parzialmente erettili a formare un ciuffo.
Le parti nude del corpo sono di colore carnicino-rossiccio. La testa e la gola, nude, appariono molto rugose: le zampe sono piuttosto lunghe ma robuste, con forti unghie leggermente uncinate ad ognuna delle quattro dita, delle quali tre sono rivolte in avanti ed uno all'indietro. Gli occhi sono grandi e posti lateralmente: essi presentano pupilla rotonda e sono di colore giallo-ocra. Il becco è molto lungo e leggermente ricurvo, largo alla base e tendente al graduale restringimento man mano che si procede verso la punta che è di colore rosso. Gli ibis facenti parte delle popolazioni marocchine presentano becco mediamente più lungo rispetto a quelli della popolazione turca, a parità di età e di sesso.
Un tempo la specie era piuttosto diffusa lungo le zone rocciose e le scogliere di Europa meridionale, Medio Oriente e Nordafrica. Il declino numerico dell'ibis eremita è cominciato secoli fa e almeno fino ai primi del 900 le sue cause sono ignote: dall'inizio del XX secolo però la popolazione di ibis ha subito un calo drastico, pari al 98% circa, dovuto alla combinazione di vari fattori, in primis la caccia di frodo, ma anche la distruzione dell'habitat per far posto ad allevamenti e piantagioni di tipo intensivo, l'utilizzo di pesticidi, il disturbo delle rotte migratorie e delle colonie riproduttive a causa dell'eccessiva antropizzazione.
Attualmente l'ibis eremita è scomparso dalla maggior parte dell'habitat originario e allo stato selvatico ne rimangono solo poche colonie isolate in Marocco e Siria (dove peraltro è stato riscoperto solo nel 2002), per un totale mondiale di circa 550 individui selvatici. Parallelamente alle colonie selvatiche sono però presenti, specialmente in Europa, colonie semiselvatiche o in cattività di questi uccelli per un totale di un migliaio di esemplari circa: a partire da queste sono in fase di studio o di attuazione vari programmi di reintroduzione dell'ibis eremita nel suo ambiente originario.
Le popolazioni marocchine di ibis eremita rimangono stanziali per tutto l'anno: pur tendendo a disperdersi lungo la linea costiera, durante la stagione riproduttiva si concentrano nuovamente nei siti di nidificazione. Le popolazioni diffuse più verso l'interno del Paese, forse, migrano in inverno verso le zone costiere, oppure verso le Azzorre o le isole di Capo Verde. Si pensa che la tendenza alla stanzialità delle colonie riproduttive costiere sia dovuta all'umidità costante e dalla relativa stabilità termica fornita durante tutto l'anno dalla prossimità dell'Oceano Atlantico.
Gli esemplari turchi di ibis eremita hanno invece la naturale tendenza a migrare verso sud: per evitare ciò, in autunno vengono rinchiusi in apposite voliere, per poi essere rilasciati con l'arrivo della bella stagione.
A differenza della maggior parte degli appartenenti alla propria famiglia, che vivono in aree umide e nidificano sugli alberi, l'ibis eremita predilige le zone rocciose e le scogliere, dove nidifica, in prossimità di zone steppose o semiaride, ma vicino a fonti d'acqua, dove cercare il cibo.
L'ibis eremita è un uccello gregario, che tende a passare in gruppo la maggior parte del suo tempo. Durante la notte, le colonie rimangono al sicuro lungo le rupi o le scogliere che questi animali eleggono a propria dimora: alle prime luci dell'alba, dalle colonie si staccano gruppi anche di 100 esemplari, che in formazione a "V" si muovono alla ricerca di cibo, spostandosi anche di 10 - 15 km rispetto ai ricoveri notturni.
Per cercare il cibo, gli ibis eremita prediligono le aree steppose, tuttavia li si può trovare anche nelle aree coltivate o cespugliose. Si nutrono principalmente di piccoli rettili e coleotteri che catturano scandagliando il terreno sabbioso col lungo becco; quando capita si cibano anche di piccoli mammiferi, uccelli, lumache, ragni e scorpioni.
I giovani raggiungono la maturità sessuale al terzo anno d'età, ma è raro che ucomincino a riprodursi prima di 4 - 5 anni.
Sono uccelli monogami. All'inizio del periodo estivo, il maschio sceglie una cavità nella roccia in una falesia rocciosa o in una scogliera, o comunque in un luogo scosceso difficile da raggiungere, prepara il nido che mostra, accompagnando con l'arruffamento delle piume della nuca e con l'emissione di bassi gorgoglii, alla femmina prescelta, e se gradisce, formano coppia fissa, rimanendo insieme per tutta la vita, e rinsaldano il legame fra loro praticandosi a vicenda la pulizia del piumaggio. Subito dopo comincia la costruzione del nido con un ammasso di ramoscelli posti in forma circolare e foderato con erba o paglia dove vengono deposte da 2 a 4 uova dal guscio ruvido, di colore azzurrino con macchie marroni, che durante l'incubazione prendono un colore bruno-giallastro. La cova viene effettuata da ambedue i genitori, che si danno il cambio per i 24 - 25 giorni. Alla schiusa, i nidiacei presentano piumaggio di colore uniformemente bruno chiaro, e vengono nutriti e curati per circa 60 giorni, fino a quando non sono in grado di volare.
I giovani presentano già il tipico piumaggio nero, ma il becco e le zone di pelle nuda sono di colore grigio-nerastro.
L'aspettativa di vita dell'ibis eremita in cattività è di circa 25 anni. In natura, si pensa che la speranza di vita di questi uccelli non oltrepassi i 15 anni.
L'Ibis eremita è valutato come Critico sulla Lista Rossa IUCN 2010 delle specie minacciate. Versione 2010,4 (BirdLife International 2010). |
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