AA Sulidi |
Sulidae |
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Sulidae: Sulidi: Famiglia di uccelli pescatori che appartiene all'ordine dei Pelecaniformi.
Regno: Animalia
Sottoregno: Eumetazoa
Superphylum: Deuterostomia
Phylum: Chordata
Subphylum: Vertebrata
Superclasse: Tetrapoda
Classe: Aves
Sottoclasse: Neornithes
Ordine: Pelecaniformes
Famiglia: Sulidae Reichenbach, 1849
I Sulidi sono grandi uccelli marini, con il piumaggio in prevalenza bianco-nero. In generale raggiungono la lunghezza da 64 a 100 cm. e pesano in media da 1,5 a 3,5 kg; Hanno il becco robusto, a forma di cono, con rami finemente seghettati nella parte anteriore. Le zone glabre della faccia, la pelle della gola e i piedi hanno spesso tinte molto vivaci; i piedi sono robusti e provvisti di membrane interdigitali assai sviluppate. Le narici esterne mancano; la respirazione perciò avviene attraverso la bocca, ed il palato presenta una conformazione particolare.
La famiglia dei Sulidi comprende 10 specie molto simili. Le differenze morfologiche riguardano il colore del piumaggio, del becco e delle zampe e la taglia. Tuttavia, la distribuzione geografica differisce da una specie all'altra, ed esistono anche alcune varianti nelle parate nuziali, nelle pratiche di nidificazione e nei sistemi di pesca.
Alcuni ornitologi le classificano in due gruppi distinti: il primo gruppo, Genere Morus, comprende la Sula settentrionale, la Sula del Capo e la Sula australiana; il secondo gruppo, Generi Papasula e Sula, riunisce le Sule tropicali e quelle subtropicali, uccelli più piccoli e più colorati, che si tuffano da altezze inferiori e si avventurano in acque meno profonde degli esemplari del genere Morus.
Genere: Morus
Sula settentrionale - Morus bassanus (Linnaeus, 1758)
Sula del Capo - Morus capensis (Lichtenstein, 1823)
Sula australiana - Morus serrator (Gray, 1843)
Genere: Papasula
Sula di Abbott - Papasula abbotti Ridgway, 1893
Genere: Sula
Sula mascherata - Sula dactylatra Lesson, 1831
Sula di Nazca - Sula granti Rothschild, 1902
Sula fosca - Sula leucogaster (Boddaert, 1783)
Sula piediazzurri - Sula nebouxii Milne-Edwards, 1882
Sula piedirossi - Sula sula (Linnaeus, 1766)
Sula del Perù - Sula variegata (Tschudi, 1843)
Le sule si nutrono di pesci e di calamari che catturano sia gettandosi in picchiata da notevoli altezze, sia tuffandosi quando già volano a pelo d'acqua; infatti non usano prelevare la loro preda dall'alto verso il basso, ma se ne impadroniscono quando ritornano in superficie. Questa è una delle ragioni per le quali le sule non si immergono mai a grandi profondità mentre cacciano la preda, sospingendosi in avanti con la forza propellente prodotta sia dai piedi che dalle ali.
La dieta principale della sula settentrionale è costituita da aringhe, sgombri, anguille della sabbia e pesci simili. Le sule australiane si nutrono di acciughe e una grande varietà di altri pesci.
È uno spettacolo affascinante vedere uno stormo di sule che va in cerca di cibo. Si precipitano fragorosamente in mare, con le ali piegate ad angolo da un'altezza di 30 mt o anche più. Sembra una pioggia continua di sule in picchiata che spariscono in spruzzi di schiuma. Poi riemergono, risalgono sulle rocce, riprendono a volare per riunirsi ai compagni che compiono vasti giri in aria e poi ricominciano a tuffarsi in picchiata.
L'impatto sull'acqua ad una velocità di circa 160 km/h è tale che, ripetuto continuamente, provocherebbe ferite o danni notevoli, se questi uccelli non fossero dotati di una speciale protezione. Le sule infatti hanno una struttura cranica estremamente robusta per proteggere il cervello da questi colpi violenti e, inoltre, hanno un complicato sistema di sacche d'aria presenti in tutta la testa che servono ad attutire l'impatto.
Le colonie di sule si trovano di solito abbarbicate su piccole isole costiere o talvolta anche su scogli simili a ripide torri sporgenti dal mare, come nel caso della Bass Rock nel Firth of Forth, o della Bird Rock (Roccia degli Uccelli) nel Golfo di San Lorenzo.
I nidi vengono costruiti vicini, a volte soltanto 60 cm, cosicché le cime delle rocce o delle isole sono tutte imbiancate da miriadi di uccelli.
A febbraio, quando ancora i venti invernali e le tempeste si abbattono con furia sulle rocce, i maschi giungono nelle colonie per riprendere possesso dei nidi lasciati l'anno precedente o, se nidificano per la prima volta, volano a bassa quota in cerca di nidi abbandonati. Le lotte sono frequenti, sia per la difesa del nido, sia per la caccia ai numerosi intrusi; si tratta di vere lotte e non di finte, come succede spesso fra gli uccelli che nidificano in fitte colonie. Allora le sule si afferrano per il becco, per la testa o per il collo, dando terribili scossoni, cercando di torcere il collo dell'avversario e, a volte, possono sferrare attacchi per due ore di seguito.
L'ornitologo Bryan Nelson, che per diversi anni studiò le sule di Bass Rock, ritiene che originariamente le sule nidificassero sulle sporgenze o sulle pareti rocciose e che abbiano cominciato a nidificare sulle superfici piane solo recentemente. Tale ipotesi spiegherebbe molti aspetti del comportamento di questi uccelli marini. Quando infatti gli uccelli che nidificano sugli strapiombi si battono, uno dei due inevitabilmente precipiterà, il che mette fine alla lotta. Adesso, le sule continuano a lottare per ore di seguito afferrandosi per il becco e nessuno dei due antagonisti sembra in grado di liberarsi dell'altro. La combattività delle sule non vien meno neppure nel periodo del corteggiamento. Le femmine vengono beccate sia durante l'accoppiamento, sia ogni volta che il maschio ritorna al nido, dopo esser andato a caccia di cibo.
I nidi sono formati da larghe e compatte pile di alghe marine, erba, terra e di qualsiasi oggetto trovato fra i rifiuti nelle rive, cementate con escrementi e utilizzata come trampolino per il decollo, dato che le sule hanno difficoltà ad alzarsi in volo dal terreno.
L'unico uovo che viene deposto è grande circa 7,5 cm, trasparente e di un azzurro pallido all'inizio, poi bianco calcareo. Appena deposto l'uovo, la femmina ripiega la coda sotto il suo corpo, come a dirigere ed a mantenere l'uovo nel nido. Questo è un altro indizio del fatto che originariamente questi uccelli nidificavano sulle cornici a strapiombo, dove era necessario impedire all'uovo di ruzzolare di sotto. Dato che le sule sono prive di una zona nuda sul ventre (macchia di incubazione), coprono la covata con le membrane dei piedi.
L'uovo, disposto longitudinalmente al corpo, è mantenuto caldo dalle due zampe palmate che lo serrano lateralmente e che si sovrappongono nella parte inferiore. Entrambi i genitori collaborano alla covata con turni di uno o due giorni l'uno.
Dopo un periodo di incubazione di circa 44 giorni, nasce un piccolo completamente nudo, che si ricopre ben presto di morbide piume. All'inizio, si tiene in piedi sulle zampe dei genitori, ma dopo un poco è già in grado di mantenersi in equilibrio da solo nel nido, mentre i genitori si allontanano in cerca di cibo.
A due mesi, i piccoli, ormai completamente rivestiti di piume, vengono abbandonati dai genitori e cominciano subito a volare.
Una volta in aria le giovani sule volano abbastanza bene, ma una volta posatesi in mare non riescono più a sollevarsi.
Appena lasciato il nido sono infatti molto grasse, perciò passa un certo tempo prima che perdano il peso eccessivo e siano di nuovo in grado di volare e di pescarsi il cibo per conto loro.
I principali nemici delle colonie sono i gabbiani reali e i mugnaiacci, che spesso s'impossessano delle uova, ma anche gli storni attaccano gli adulti, obbligandoli a rigurgitare il cibo che portano ai loro piccoli. |
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