barbus plebejus

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barbus plebejus barbo comune Cyprinidae Cypriniformes
                                                                 
Barbus barbus plebeius: Barbo italico, o barbo padano
Pesce d'acqua dolce della famiglia dei Ciprinidi

Classificazione scientifica
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Actinopterygii
Ordine: Cypriniformes
Famiglia: Cyprinidae
Sottofamiglia: Barbinae
Genere: Barbus
Specie: Barbus plebejus Bonaparte, 1839

Diffuso nell'Italia settentrionale, è possibile trovarlo in quasi tutti i fiumi e torrenti, raramente nei laghi, predilige infatti le acque correnti e limpide, con fondi ghiaiosi. In seguito ad immissioni è ora presente anche in italia centrale e meridionale.

Come tutti i pesci della famiglia dei Ciprinidi ha il corpo lungo ed affusolato, con bocca carnosa e rivolta verso il basso, munita di caratteristici barbigli laterali da cui prende il nome la specie. La livrea è verde sul dorso con puntini neri, gialla sui fianchi e di colore bianco sul ventre.
Tranne casi eccezionali in cui pu= raggiungere i 60 cm di lunghezza ed i 4 Kg di peso, le misure medie del pesce adulto sono di 30 cm di lunghezza e 2 kg di peso.

Il periodo riproduttivo avviene in tarda primavera: vengono espulse centinaia di uova di circa 2 mm di diametro e subito fecondate esternamente dal maschio. Queste cadranno sul fondo tra ghiaia e sabbia e si schiuderanno entro 10-15 giorni.
Il barbo comune ha sviluppo estremamente lento, la maturità sessuale è raggiunta a 4-5 anni di età.

Il barbo comune ha dieta onnivora: si nutre di invertebrati, alghe, detriti e, raramente, piccoli pesci.

Viene pescato soprattutto con la tecnica della passata o della pesca a fondo l'esca migliore è il bigattino ma si pu= usare anche i lombrichi, pane o molti altri tipi di esca trattandosi di una specie onnivora. In inverno si fa fatica a trovarlo perchÚ va a passare la brutta stagione nelle buche più profonde, invece in primavera e d'estate si muove molto lo si incontra più facilmente. + una preda apprezzata per la sua strenua difesa (soprattutto gli esemplari più grandi), le carni sono buone ma estremamente liscose.

Le ovaie sono velenose se ingerite. Nell'antichità venivano usate per procurare il vomito.