Trachinidae

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trachinidae trachinidi Perciformes
                                                                 
Trachinidae: Trachýnidi: Tracine Nella Foto: Echiichthys vipera
Pesci d'acqua salata dell'ordine dei Perciformi.

Classificazione scientifica
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Actinopterygii
Ordine: Perciformes
Famiglia: Trachinidae
Genere: Echiichthys, Trachinus
Specie:
Nella Foto: Echiichthys vipera
Trachinus araneus (pesce ragno)
Trachinus armatus
Trachinus collignoni
Trachinus cornutus
Trachinus draco
Trachinus lineolatus
Trachinus pellegrini
Trachinus radiatus

Questi pesci sono diffusi nei bassi fondali di tutto il mar Mediterraneo e sulle coste atlantiche dell'Europa occidentale, fino all'arcipelago britannico. Segnalate anche alle isole Canarie.

I Trachinidi presentano un corpo cilindrico ma appiattito sul ventre (sono pesci che vivono principalmente sul fondo), con testa arrotondata e una grande bocca rivolta verso l'alto.
Le pinne pettorali sono ampie, le ventrali piccole. La lunga dorsale è preceduta da una pinna formata da 5-6 raggi-spine cavi, collegati ad una ghiandola velenifera. La pinna anale è opposta e simmetrica alla dorsale. La pinna caudale è a delta. La livrea è variabile da specie a specie, anche se tutte presentano un ventre giallo-bianco, mentre il resto del corpo ha un colore di fondo bianco, giallo o beige marezzato di bruno o di nero.
Le dimensioni variano da 15 a 53 cm (Trachinus draco).

Le tracine si immergono nel fondale sabbioso, lasciando liberi solo gli occhi e le spine velenifere. Quando una preda capita a portata di bocca esse escono velocemente fuori dal loro nascondiglio. Si cibano di piccoli pesci e crostacei. Non hanno molti predatori, poichÚ la loro puntura è un'esperienza terribile per chiunque provi a divorarle. Sono pescate dall'uomo, che ne apprezza le carni delicate soprattutto nella zuppa di pesce.

Le tracine sono dotate di aculei velenosi sul dorso, che utilizzano a scopo difensivo. Tuttavia è molto semplice per gli esseri umani venire a contatto con questi pesci, sia sulle spiagge che durante la pesca.
Il dolore è molto forte, un bruciore profondo che si irradia dalla ferita (che sanguina) lungo tutto l'arto, raramente arrivando fino all'inguine o all'ascella (a seconda dell'arto colpito), raggiungendo il suo massimo dopo 30-45 minuti dalla puntura, perdurando a volte per 24 ore, con strascichi di formicolii e insensibilità.
Nonostante il forte dolore (si dice che i pescatori che si pungevano in antichità venissero legati per evitare che si uccidessero buttandosi a mare) il veleno non è pericoloso per l'uomo e tutto si risolve in fretta. Piuttosto spesso per= per lo shock doloroso l'organismo reagisce con nausea, vomito, tremori e svenimenti. Sono necessarie profilassi antidolorifica e antitetanica.

Per un primo soccorso è utile immergere la zona colpita in acqua molto calda (anche salata) per due ore (almeno un'ora), o anche 30 minuti sotto la sabbia, poichÚ il veleno è termolabile