Pinna nobilis |
Cozza penna |
Bivalvi |
Pinnidae |
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Pinna nobilis:
Nota come nacchera, pinna comune, cozza penna o stura, è il più grande bivalve presente nel Mar Mediterraneo. Può raggiungere un metro di lunghezza.
Classificazione scientifica:
Regno: Animalia
Sottoregno: Eumetazoa
Ramo: Bilateria
Phylum: Mollusca
Classe: Bivalvia
Sottoclasse: Pteriomorphia
Ordine: Pterioida
Famiglia: Pinnidae
Genere: Pinna
Specie: Pinna nobilis Linnaeus, 1758
Sinonimi:
Pinna squamosa Lamarck
Endemica del Mar Mediterraneo, è spesso situata in mezzo alle praterie di Posidonia oceanica, da pochi metri fino a 40 di profondità. Ne è stata segnalata nel 2008 la ricomparsa anche in corrispondenza della Laguna di Marano e Laguna Veneta, come apparente conseguenza delle scogliere artificiali del progetto MOSE[1]: negli anni -ླྀ si era assistito alla sua progressiva scomparsa a causa dell'inquinamento lagunare causato dagli scarichi del polo industriale di Marghera.
È un organismo bentonico che vive fissato con la parte appuntita della sua conchiglia triangolare nella sabbia o nella roccia.
Per nutrirsi e respirare pompa l'acqua nella cavità del mantello mediante un sifone inalante e poi la emette attraverso uno esalante. Le valve hanno il margine posteriore arrotondato e presentano una ventina di coste radiali con scaglie a forma di canali. Il colore è bruno con scaglie più chiare; l'interno è bruno e lucente con la parte anteriore madreperlacea.
La dimensione media della conchiglia di un esempalre adulto è intorno ai 65 cm, ma può arrivare agli 80 cm e oltre. Ha uno sviluppo abbastanza rapido nei primi anni di vita, in media di 10 cm per anno; raggiunta la maturità sessuale, intorno ai 40 cm, l'accrescimento rallenta e si assesta su circa 10 cm ogni 3 anni.
Al suo interno ospita talvolta in simbiosi crostacei decapodi, come Pontonia pinnophylax e Pinnotheres pinnotheres.
Tipica l'epibiosi con organismi che si insediano sulla parte esterna del guscio quali alghe, briozoi, ascidie e spugne.
Molto simile alla Pinna rudis, da cui si distingue per l'assenza o la scarsa marcatura delle costolature sulla conchiglia.
Bisso marino:
Come tanti molluschi marini produce dei filamenti con i quali si ancora al fondo del mare. Questi fili, sottili e robusti, costituiscono il materiale con cui si fabbrica il filamento detto bisso marino, utilizzato in passato specialmente in Sardegna per la tessitura di preziosi indumenti dai colori cangianti. A seguito della tutela della specie la lavorazione del bisso marino è quasi scomparsa del tutto.
È una specie minacciata dalla raccolta per il collezionismo.
Inserita nella lista rossa della Direttiva CITES 92/43/CEE dell'Unione Europea, è stata però tolta nelle successive direttive e ad oggi non compare più tra le specie protette. |
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