Paracentrotus lividus |
Riccio femmina |
Echinoidea |
Echinidae |
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Paracentrotus lividus: Riccio femmina
Così chiamato per via dell'erronea convinzione che si tratti dell'esemplare femminile di Arbacia lixula, è un riccio di mare della famiglia degli Echinidae.
Classificazione scientifica:
Regno: Animalia
Phylum: Echinodermata
Classe: Echinoidea
Sottoclasse: Euechinoidea
Ordine: Echinoida
Famiglia: Echinidae
Genere: Paracentrotus
Specie: Paracentrotus lividus Lamarck, 1816
Sinonimi:
Echinus lividus Lamarck, 1816
Echinus saxatilis Tiedemann, 1816
Echinus vulgaris De Blainville, 1825
Toxopneustes lividus
Toxopneustes concavus
Toxopneustes complanatus Agassiz & Desor, 1846
Strongylocentrotus lividus Agassiz, 1872
Molto comune in tutto il Mar Mediterraneo e nell'Atlantico orientale, dalla Scozia alle Canarie. Probabilmente è la specie più diffusa di tutti i tipi di riccio marino. Vive sui fondali rocciosi e popola le praterie di Posidonia oceanica, da 0 a 30 mt. di profondità.
Il riccio appena nato si presenta sotto forma di una piccola larva gelatinosa di pochi millimetri, a simmetria bilaterale, chiamata pluteo, dal cui corpo si dipartono da 4 a 6 braccia. Questo stadio dura dalle 4 alle 6 settimane, durante le quali il pluteo viene trasportato dalle correnti marine.
Al pari degli altri echinodermi presenta simmetria pentaraggiata.
Presenta uno scheletro calcareo, impropriamente detto guscio, che può raggiungere i 7 cm di diametro, munito di lunghi aculei mobili e, sulla superficie ventrale, di tante piccole estroflessioni con estremità a ventosa, dette pedicelli ambulacrali, che gli consentono di spostarsi. La colorazione può essere delle varie sfumature del viola, del marrone e del verdastro.
L'apparato boccale è costituito da 5 elementi scheletrici mobili, ciascuno provvisto di un dente. Per respirare utilizza delle piccole branchie che pompano in continuazione acqua.
Si nutre di alghe ma anche di piccoli animali e spugne, ed è tra i pochi organismi in grado di cibarsi direttamente delle foglie di P. oceanica principalmente nelle ore notturne. Anche se vive nelle zone meno profonde e quindi più luminose ha bisogno di ombra e quindi si ricopre con pezzeti di posidonia, sassolini e conchiglie, che vengono trattenuti con i peduncoli a ventosa.
Il riccio di mare, come viene comunemente chiamato, è una specie molto ricercata per la prelibatezza delle sue uova o meglio gonadi, che vengono consumate prevalentemente crude accompagnate da pane e vino, in cucina vengono usate per la preparazione di numerosi piatti, tra cui gli spaghetti al riccio di mare. Le uova si possono trovare anche confezionate in vasetti sotto vetro. La tradizione vuole che i paesi dove più è ricercato sono quelli latino/mediterranei quali la Francia, l'Italia e la Spagna, ovviamente in prevalenza lungo le fasce costiere ma è consumato più o meno in tutto il mondo. In Italia le regioni dove vi è molta richiesta sono quelle meridionali dove vengono anche organizzate per tradizione popolare sagre e manifestazioni culinarie. In natura il riccio ha tra i suoi competitori principali il Sarago e l'Orata che nonostante gli aculei, grazie alle possenti dentature che queste specie possiedono, sono in grado di rompere i gusci e divorarne il contenuto ma curiosamente anche tutto il guscio, il Sarago particolarmente, non si sa perché, predilige inghiottire anche la lanterna. I subacquei quindi durante le loro immersioni utilizzano spesso il riccio per fare avvicinare i pesci, rompendone il guscio con il coltello, questo metodo ha quindi una forte attrattiva per loro, soprattutto per le voracissime donzelle, si creano infatti degli incredibili assembramenti di molteplici specie, molto apprezzati dai foto o video sub.
La pesca del P. lividus è regolamentata dal decreto ministeriale del 12 gennaio 1995. Nelle Regioni interessate vigono regolamentazioni specifiche sia relative alla dimensione che ai periodi e quantità di prelievo. In Sardegna per esempio tale pesca è consentita generalmente da 1¦ novembre al 30 marzo, sono consentite ca 50 unità a persona se pescate da privati e ca 3000 se pescate da pescatori subacquei professionisti muniti di apposita licenza annuale.
La osservazione di P. lividus consentì nel 1875 a Oskar Hertwig di descrivere per la prima volta la fusione dello spermatozoo con la cellula uovo al momento della fecondazione. Da allora il riccio di mare è diventato un organismo modello prezioso per lo studio dell'embriologia. |
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