Globicephala |
Globicefalo |
Odontoceti |
Delphinidae |
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Globicephala:
Genere di cetacei odontoceti cui apprtengono due specie.
Il genere fa parte della famiglia dei Delphinidae, sebbene il loro comportamento sia più vicino a quello delle grandi balene. Le due specie sono il globicefalo (Globicephala melas) e il globicefalo di Gray (Globicephala macrorhynchus). In mare non sono facilmente distinguibili l'una dall'altra e vengono chiamate solo semplicemente globicefali o calder¾n, in spagnolo.
Classificazione scientifica:
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Cetacea
Famiglia: Delphinidae
Genere: Globicephala
Specie: Globicephala macrorhynchus, Globicephala melas
Sono di colore completamente nero o grigio molto scuro. La pinna dorsale è situata piuttosto avanti sul dorso ed è rivolta all'indietro. La pinna dorsale dei cuccioli è flessibile alla nascita, cosý da facilitare il processo del parto. Il corpo è allungato ma robusto e si restringe notevolmente nei pressi della pinna caudale.
Le differenze nell'aspetto delle due specie sono molto sottili e dove i loro areali si sovrappongono è generalmente impossibile in mare capire di quale specie si tratta. A terra gli esemplari si possono distinguere dalla lunghezza delle pinne pettorali, dal numero dei denti e dalla forma del cranio: il G. melas, soprattutto i maschi più vecchi, ha una testa più bulbosa; il G macrorhynchus l'ha squadrata e la fronte oltrepassa sensibilmente la bocca. G. macrorhynchus venne descritto, sulla base solamente di materiali scheletrici, da John Edward Gray nel 1846. Dallo scheletro presunse che il cetaceo avesse un grosso rostro ("macrorhynchus", in latino).
Il peso dei piccoli alla nascita si aggira intorno ai 100 kg. I maschi adulti possono raggiungere i 6,1 m e pesare fino a 3 tonnellate. Le femmine adulte misurano fino a 4,9 m di lunghezza e pesano fino a 1,5 tonnellate. La speranza di vita è di circa 45 anni nei maschi e 60 anni nelle femmine di entrambe le specie.
Le specie vivono in gruppi in media di circa 10-30 esemplari, ma alcuni gruppi possono anche raggiungere i 100 o più. Sono abbastanza attive e spesso sbattono la coda sulla superficie delle onde, mettono la testa fuori dall'acqua e si avvicinano alle imbarcazioni.
Si nutrono principalmente di calamari. Rispetto agli altri odontoceti imparentati con loro hanno molti meno denti; solamente 30-40, rispetto ai 120 del tursiope. Questo si pensa che sia un adattamento ad una dieta a base di calamari.
Sono tra i mammiferi marini dell'ordine dei cetacei più comuni e largamente distribuiti.
G. melas preferisce acque leggermente più fredde di G. macrorhynchus e si divide in due popolazioni. Il gruppo più grande si trova in una fascia circumpolare nell'oceano Meridionale che va approssimativamente dai 20¦ S ai 65¦ S. Pu= essere avvistata al largo delle coste di Cile, Argentina, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda. La popolazione di questo gruppo viene stimata in oltre 200.000 individui. La seconda popolazione è molto più piccola e abita l'oceano Atlantico settentrionale, in una fascia che va dalla Carolina del Sud negli Stati Uniti alle Azzorre e al Marocco a sud e da Terranova e dalla Groenlandia all'Islanda e alla Norvegia settentrionale a nord. + presente anche nella metà occidentale del mar Mediterraneo.
La popolazione di G. macrorhynchus è più numerosa. Si trova nelle acque temperate e tropicali degli oceani Indiano, Atlantico e Pacifico. La popolazione nell'Atlantico occidentale si sovrappone leggermente a quella di G. melas. Nell'oceano Pacifico orientale tropicale sono presenti 150.000 individui. Nel Pacifico occidentale si stima che vivano più di 30.000 animali, al largo delle coste del Giappone.
Entrambe le specie preferiscono le acque profonde.
La prospettiva di una sopravvivenza a lungo termine per entrambe le specie è ben assicurata. Infatti nella sua Lista Rossa delle Specie Minacciate la IUCN classifica entrambe le specie a "basso rischio; dipendenti dalla conservazione".
G. melas è stata tradizionalmente cacciata dai balenieri con la cosiddetta tattica della "guida" - in cui molti pescatori e imbarcazioni circondavano un gruppo di balene per poi spingerle lentamente a riva, dove le uccidevano. Questa pratica è stata comune sia nel diciannovesimo che nel ventesimo secolo, declinando solamente negli anni '90. Negli anni '80 in questa maniera venivano uccisi ogni anno circa 2500 individui. Attualmente questo tipo di caccia, chiamata Grindadrßp, viene effettuata solo sulle Isole Fµr Ïer - dove vengono uccisi ogni anno circa 1000 animali.
Anche G. macrorhynchus è stato cacciato per molti secoli, soprattutto dai balenieri giapponesi. A metà degli anni '80 i giapponesi uccidevano 2300 animali all'anno. Questo numero è sceso a 400 all'anno negli anni '90. Le uccisioni con l'arpione sono ancora relativamente comuni nelle Piccole Antille, in Indonesia e nello Sri Lanka. Dal momento che queste catture non vengono registrate non sappiamo con esattezza quante catture vengano effettuate ogni anno e l'effetto che hanno sulla popolazione locale.
Entrambe le specie rimangono uccise ogni anno a centinaia o forse a migliaia lungo la linea costiera e nelle reti d'altura. |
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