Enhydra lutris

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Enhydra lutris Lontra marina Lontra marina
                                                                 
Enhydra lutris. Lontra di mare
Animale straordinario sotto parecchi profili. Tanto per cominciare, detiene un duplice primato: quello di essere il più piccolo mammifero marino (in paragone a foche, otarie, sirenidi, delfini o balene) ma anche, al tempo stesso, il più grosso rappresentante della famiglia cui appartiene, vale a dire quella dei Mustelidi.

Classificazione scientifica:
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Carnivora
Famiglia: Mustelidae
Genere: Enhydra Fleming, 1828
Specie: Enhydra lutris Linnaeus, 1758

Molto diversa dalle altre lontre, più massiccia e meno sottile, e con una coda relativamente corta, la lontra di mare può in effetti arrivare, nei maschi più grossi, a ben 45 chilogrammi di peso e 148 cm di lunghezza totale, e può quindi superare nel peso perfino l'enorme lontra gigante del Brasile. Inoltre si differenzia da tutti gli altri Mustelidi per la particolarissima nicchia ecologica cui si è strettamente specializzata, cioè l'ambiente marino subcostiero, che presenta fondali non superiori ai 60 metri e particolarmente ricchi di organismi marini.

Qui, in mare aperto, senza quasi venir mai a riva, la lontra marina vive in gruppi anche molto numerosi, galleggiando sull'acqua a pancia in su, e tuffandosi poi sui fondali a caccia delle sue prede preferite: ricci di mare, cozze, e certe grosse orecchie di mare (molluschi Aliotidi) denominati ˝abalones+ (Haliotis spp.) di cui le acque costiere del Pacifico sono ricchissime. I grossi molari arrotondati sono perfettamente adattati a spezzare gusci e conchiglie, ma per quelli più duri la lontra è solita portar su dal fondo una pietra, porsela sul petto e sbattervi poi sopra il mollusco in modo da romperlo. Anche per staccare gli abaloni dalle rocce del fondo vengono spesso usate delle pietre: comportamento davvero curioso e interessante che fa della lontra marina uno dei pochissimi animali noti per essere capaci di servirsi di ˝utensili+.

A differenza di altri mammiferi marini, la lontra di mare non possiede uno strato di grasso, e l'isolamento e la termoregolazione restano affidati alla folta e stupenda pelliccia (capace di trattenere una certa quantità di aria intrappolata nel pelame), oltreché ad un elevato e vivace metabolismo. Ciò rende l'animale particolarmente vulnerabile all'inquinamento marino, poiché se la pelliccia si sporca o si imbeve di petrolio perde le sue qualità isolanti, con conseguente rapido raffreddamento del corpo e morte dell'individuo. Si comprende bene la grande cura che la lontra riserva alla propria pelliccia, dedicandovi una notevole aliquota della propria attività giornaliera, eliminando lo sporco e pettinando i peli.

Storia e distribuzione:
Originariamente l'areale della lontra di mare abbracciava l'intero arco del Pacifico settentrionale, dalle coste più a nord del Giappone (Hokkaido, Sakhalin, Isole Kurili) alla Kamcatka, alle isole Commander, Pribilof e Aleutine, e poi alle coste nordamericane dall'Alaska fino alla Bassa California. Il punto più meridionale conosciuto pare fosse raggiunto a Morro Hermoso, appunto nella penisola messicana, a 27¦ 32' di latitudine nord. Il capitano C. M. Scammon registrò del resto, nel 1870, la presenza della specie sia presso l'isola Cedros che all'isola Guadalupe. A nord la lontra era presente fino alle Pribilof, a 57¦ di latitudine nord, ben al di sopra del limite del mare ghiacciato in inverno. Segnalazioni da latitudini superiori, venute spesso sia dall'Alaska che dalla Siberia, devono probabilmente esser ritenute dubbie e poco affidabili.

La specie dimostra quindi una certa capacità di adattamento a condizioni ambientali alquanto diverse, ed è interessante notare che mentre in Alaska essa viene sovente avvistata anche a terra, le popolazioni più meridionali, quali oggi quelle della California, sembrano vivere praticamente sempre in mare aperto, e svolgere in acqua tutte le attività vitali. Alcuni autori distinguono tre razze diverse, quella tipica (lutris) dell'arco di isole tra le Commander e le Aleutine, quella della Kamcatka e delle Kurili (gracilis), e quella della California (nereis), ma la maggior parte dei moderni revisori tendono a non tenere conto di queste divisioni sistematiche mettendo in dubbio la validità (K. W. Kenyon, V. B. Scheffer, F. Wilke, A. Roest).

Una specie animale che occupava un così grande areale in regioni fredde e remote, e non aveva praticamente competitori nella propria peculiare nicchia ecologica, avrebbe potuto certo mantenersi senza problemi se non gli fosse capitato di possedere, proprio per questi motivi, una pelliccia di particolare valore e bellezza. A partire infatti dal 1741, anno del viaggio dell'esploratore Vitus Bering nel mare che oggi porta il suo nome, la lontra di mare è stata sottoposta ad una forsennata e incontrollata persecuzione che è durata almeno 170 anni. Secondo alcune stime, in questo periodo il numero di pelli messo insieme da tutti i cacciatori di varie nazionalità è assommato a qualcosa come 906.500, cioè da 6 a 9 volte il totale della popolazione stimata esistente al 1740.

Con un simile prelievo, il declino è stato in qualche caso rapidissimo. Alle Pribilof, all'epoca della loro scoperta nel 1786, la lontra era abbondante e diffusa, ma già nel primo anno di occupazione due marinai russi, certi Lukannon e Kaiekov, ne uccisero oltre 5000 nella sola St. Paul Island. L'anno dopo il bottino fu di circa un migliaio, e nel giro di sei anni finì del tutto, senza che una sola lontra ricomparisse mai più in seguito nella zona. Un tentativo di reintroduzione effettuato nell'aprile 1954 è andato fallito. Saccheggi analoghi caratterizzarono la sorte della maggior parte delle altre popolazioni, sia nel settore americano che in quello asiatico.

Nel 1911, finalmente, si tentò di correre ai ripari, e la lontra di mare fu protetta dall'International Fur Seal Treaty siglato da Stati Uniti, Russia, Giappone e Gran Bretagna. La specie era ormai commercialmente estinta, e anche l'estinzione biologica rischiava di verificarsi in breve tempo. Del 1913 è la creazione dell'apposito Wildlife Refuge delle Isole Aleutine, nonché l'adozione di rigorose misure di protezione per la ormai isolata e minacciata popolazione di lontre della California. Nel 1924 anche i russi cessarono di cacciare le lontre all'interno delle loro acque territoriali.

Problemi di conservazione:
Oggi esistono circa 50.000 lontre di mare su circa un quinto del loro originario areale. Scomparse da Sachalin e Hokkaido, nonché da tutte le coste tra l'Alaska e la media Califonia, restano solo popolazioni isolate tra le isole Kurili e la Kamcatka, nelle Aleutine, lungo le coste meridionali dell'Alaska, e nel tratto californiano attorno a Monterey. Piccoli nuclei sono stati inoltre reintrodotti recentemente in Canada (presso Vancouver Island), in due punti dell'Alaska meridionale (Sitka e Prince of Wales Island) e negli stati di Washington (costa dell'Olympic National Park) e Oregon (presso Port Oxford).

La popolazione più minacciata è però quella californiana, l'unica sopravvissuta della supposta razza nereis. Ridotta nel 1938 a meno di un centinaio di individui (riscoperti in quell'anno dopo che dal 1920 era stata considerata ormai del tutto estinta), la piccola popolazione ha positivamente reagito alle misure di protezione, e dall'ultimo rifugio di Big Sur (un tratto di appena una trentina di chilometri a sud di Monterey) ha pian piano riguadagnato spazi maggiori, ed occupa oggi non meno di 320 chilometri di costa tra Santa Cruz a nord e Pismo Beach a sud. Alla metà degli anni settanta il totale degli effettivi era ormai sui 1500 individui, ma più recenti censimenti indicano, nella primavera 1983, un leggero declino dopo anni di prodigioso recupero. I protezionisti americani nutrono perciò ancora dei timori: non meno di 100 lontre muoiono ogni anno accidentalmente nelle reti da pesca, e vari progetti di reintroduzione in nuove aree segnano il passo di fronte all'opposizione dei pescatori di abaloni, che continuano a considerare la lontra poco meno che un ˝nocivo+. Ma questo - sostengono i protezionisti americani - è un modo di vedere le cose errato e unilaterale: la lontra ha effetti positivi su un'altra importante industria marina, quella del kelp, un'alga gigante (Macrocystis pyrifera) che procura un raccolto annuo del valore di 20 milioni di dollari: controllando e predando i ricci di mare, che dell'alga costituiscono il maggior fattore distruttivo, la lontra di mare contribuisce a tener alta la produzione del kelp.