Chelus fimbriatus

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Chelus fimbriatus Mata mata Tartaruga Chelidae
                                                                 
Chelus fimbriatus: Mata mata:
Rettile testudinato della famiglia dei Chelidi, nell'ambito della quale costituisce l'unica specie, vivente e vissuta, ascritta al genere Chelus.

Classificazione scientifica:
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Subphylum: Vertebrata
Infraphylum: Gnathostomata
Classe: Sauropsida (Reptilia)
Sottoclasse: Anapsida
Ordine: Testudines
Sottordine: Pleurodira
Famiglia: Chelidae
Genere: Chelus Duméril, 1806
Specie: Chelus fimbriatus Schneider, 1783

La mata mata è diffusa nel bacino amazzonico e nell'Orinoco, pertanto il suo areale comprende Colombia, Venezuela, Guyana, Suriname, Guyana Francese, l'Ecuador ed il Perù orientali, la Bolivia settentrionale ed il Brasile: è inoltre diffusa sull'isola di Trinidad, mentre non sono andati a buon fine i tentativi di introduzione della specie in Florida, sebbene voci insistenti mormorino della sua presenza nell'area di Pembroke Park.

Il suo habitat ideale è costituito dalle acque dolci calde e non eccessivamente profonde (al massimo un metro e mezzo), con fondo fangoso o limaccioso ed abbondante vegetazione fra la quale mimetizzarsi.

Misura fino a 45 cm di lunghezza del solo carapace, per un peso che può sfiorare i 15 kg: queste misure ne fanno una delle tartarughe d'acqua dolce di maggiori dimensioni (superata solo dalla tartaruga Arrau, Podocnemis expansa), sicuramente la specie più grande della sua famiglia.

A prima vista, la mata mata appare come un animale piuttosto bizzarro, con numerose caratteristiche che la rendono immediatamente distinguibile da qualsiasi altra specie di tartaruga d'acqua dolce. La pelle, di colore giallastro-bruno più o meno scuro a seconda della popolazione presa in considerazione, è interamente ricoperta di escrescenze carnose, le quali hanno la funzione di mimetizzare il più possibile l'animale con l'ambiente circostante. La testa è assai grande e presenta forma triangolare, larga ed appiattita: ai due lati del cranio sono presenti due ali carnose triangolari, riccamente innervate, la cui funzione è tuttavia avvolta nel mistero. Gli occhi (dotati di tapetum lucidum, anche se la vista della mata mata è estremamente debole) sono piccoli e posti lateralmente nei pressi dell'enorme bocca, assai larga e munita di barbigli laterali. Il collo è assai lungo, per permettere all'animale di raggiungere la superficie senza doversi muovere dal fondo: a tal fine l'animale possiede anche un maso allungato a forma di proboscide, sulla sommità del quale sono poste le narici. Il carapace, di colore generalmente bruno-olivaceo, è formato da tre file verticali di placche a forma di piramide ed ha i margini dentellati: i margini mostrano evidenti anelli di crescita, che permettono di determinare facilmente l'età dell'animale. È interessante notare che il carapace delle popolazioni dell'Orinoco ha forma ovale, mentre nelle popolazioni amazzoniche esso tende ad assumere forma rettangolare. Negli esemplari più anziani, il carapace è completamente ricoperto di alghe, in modo tale da mimetizzare ulteriormente l'animale.
Le zampe, corte e forti, sono munite di piccoli artigli e sono tutte palmate. La coda appare piuttosto lunga e si assottiglia man mano che si procede verso la sua parte distale.

I maschi hanno piastrone di forma concava e coda più lunga e robusta rispetto alle femmine, che dal canto loro a parità d'età raggiungono dimensioni maggiori ed hanno un collo più lungo: tali differenze, però, sono assai poco marcate e risulta piuttosto arduo riconoscere i due sessi senza esami accurati.

Di giorno rimane nascosta nel fango tra la vegetazione dei bordi degli stagni. Di notte si avventura nell'acqua e rimane in appostamento sul fondo. Al passaggio di larve di anfibi, piccoli pesci e piccoli invertrebati, spalanca di colpo la bocca creando un piccolo risucchio che porta le vittime direttamente nell'esofago.

La femmina scava una buca profonda circa 20 cm lontana dalla riva, al sicuro dalle inondazioni. Vi depone da 10 a 20 uova che ricopre con la terra smossa. Dopo circa 3 mesi le uova si schiudono e i piccoli salgono in superficie e si dirigono verso gli stagni.