Aurelia aurita |
Medusa quadrifoglio |
Semaeostomeae |
Ulmaridae |
|
Aurelia aurita: Medusa quadrifoglio
Tra le meduse più note e diffuse appartenente al genere Aurelia. Distribuita in tutti i mari dell'emisfero boreale, dalle latitudini polari fino ai tropici, e risulta perciò comune negli oceani Atlantico e Pacifico, venendo a costituire una presenza familiare nella acque anche costiere dell'America settentrionale, dell'Europa, del Giappone e, seppure in minor misura, anche del Mediterraneo. Facilmente riconoscibile dalla forma perfettamente sferica del suo ombrello, di un bianco diafano e trasparente, e soprattutto dalla presenza, sulla sommità dello stesso, di quattro strutture circolari, le gonadi, che formano una struttura a forma di quadrifoglio, da cui deriva il nome comune della specie. Possiede inoltre dei corti e sottili tentacoli urticanti, che scendono dal bordo dell'ombrello, dandogli un aspetto frastagliato, e quattro braccia più spesse che dipartono dal centro dell'ombrello, evidenti però solo negli individui più anziani.
Classificazione scientifica:
Regno: Animalia
Sottoregno: Eumetazoa
Phylum: Cnidaria
Classe: Scyphozoa
Ordine: Semaeostomeae
Famiglia: Ulmaridae
Genere: Aurelia
Specie: Aurelia aurita Linnaeus, 1758
Specie cosmopolita distribuita uniformemente tra il 70¦ ed il 40¦ parallelo. Pur essendo capace di vivere sia in mare aperto che nelle acque basse, si raduna di preferenza sotto costa, sia per sfruttare la maggiore disponibilità di cibo di queste acque sia perché, essendo incapace di opporsi al flusso delle correnti, vi viene spesso spinta anche in grandi concentrazioni. Viene spesso ritrovata in zone costiere riparate e ricche di nutrienti quali i grandi estuari dei fiumi, i porti e le insenature (naturali o meno), spingendosi spesso anche all'interno di grandi paludi e lagune salmastre. Può sopportare una temperatura dell'acqua che va dai -6 ai 31 ¦C, con un optimum tra i 9 e i 19¦.
La sua dieta è costituita principalmente da zooplancton, ed include perciò piccoli organismi marini come molluschi, crostacei (principalmente copepodi), rotiferi, nematodi, policheti, protozoi, diatomee, uova e larve di vari animali; occasionalmente può predare anche altri piccoli cnidari e ctenofori, o stadi larvali degli stessi. Il cibo viene catturato tramite i sottili tentacoli esterni, che filtrano costantemente l'acqua muovendosi seguendo i lenti battiti dell'ombrello e catturano gli animali che si trovano in sospensione, intrappolandoli e paralizzandoli tramite le nematocisti di cui sono forniti. Successivamente, la preda viene portata, tramite movimenti di contrazione dei tentacoli, verso il lato inferiore dell'ombrello, dove minuscule ciglia la impastano di muco e la trasportano all'interno della cavità gastrovascolare, dove enzimi digestivi secreti da apposite cellule la digeriscono. Dall'analisi di questi enzimi, è stato possibile ricostruire le necessità alimentari di questa medusa: tali necessità includono carboidrati, proteine e lipidi. Non è invece ancora chiaro quali sia il suo bisogno in vitamine e minerali.
Non possiede apparato respiratorio: come altri piccoli invertebrati marini compie i propri scambi gassosi semplicemente tramite diffusione. Il corpo di questa medusa può essere suddiviso in diverse parti; gli esemplari adulti, nello stadio di medusa, possiedono un ombrello circolare e trasparente, che presenta una membrana leggermente frastagliata ai margini, e da cui si dipartono inoltre i sottili e corti tentacoli. Possiede quattro grandi gonadi circolari situate nel centro dell'ombrello, e ben visibili anche dall'alto di esso, sotto alle quali è posto l'apparato digerente, che consta di una cavità ricca di cellule che secernono enzimi digestivi. Il cibo vi giunge attraverso dei canali radiali dotati di fibre muscolari, e che sono dispersi all'interno dell'abbondante mesoglea che costituisce il tessuto più abbondante in questi invertebrati. Queste meduse possiedono un rudimentale apparato nervoso responsabile dei movimenti interni ed esterni, ed anche della risposta agli stimoli esterni. I sessi sono differenziati negli esemplari adulti. A aurita, come la maggior parte degli cnidari, possiede un ciclo vitale costituito da vari stadi larvali: lo stadio giovanile, chiamato planula, possiede piccole cellule ciliate in grado di filtrare l'acqua, e solitamente giace adagiato sui fondali. Qui evolve nello stadio di strobila e, successivamente, si evolve ulteriormente in una efira o ephyra, liberamente natante. L'ephyra darà poi a sua volta origine ad una medusa adulta. L'ombrello di una medusa perfettamente formata può avere un diametro massimo di 40 centimetri.
Viene predata da numerosi organismi marini di grandi dimensioni; i suoi principali predatori sono alcuni uccelli marini, pesci come il pesce luna e rettili marini, prima fra tutti la tartaruga liuto. Può essere predata anche da altri cnidari: in particolare idromeduse (come Aequorea victoria) e scifomeduse (come Phacellophora camtschatica).
Anche gli esseri umani spesso cacciano questa medusa: in particolare in Giappone, in Cina, in Indonesia e nelle Filippine tale creatura è considerata una comune pietanza, e come tale viene ricercata. |
|