Ampullariidae |
Ampullarie |
Gasteropodi |
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Ampullarie: Ampullariidae
Famiglia di molluschi gasteropodi d'acqua dolce, comuni in molte zone tropicali di tutto il mondo. Diverse specie hanno avuto una tale diffusione nel mondo dell'acquariofilia, da farle diventare comuni anche nei nostri acquari.
Classificazione scientifica:
Regno: Animalia
Phylum: Mollusca
Subphylum: Conchifera
Classe: Gastropoda
Sottoclasse: Orthogastropoda
Superordine: Caenogastropoda
Ordine: Architaenioglossa
Superfamiglia: Ampullarioidea
Famiglia: Ampullariidae Gray, 1824
Il loro aspetto appariscente e la loro taglia relativamente grande (5-15 cm, o 2-6 pollici, a seconda della specie) ha largamente contribuito al loro successo. Tuttavia, malgrado la loro popolarità, molta disinformazione circonda ancora queste chiocciole che ben si meritano quindi il nome di chiocciole del mistero. Per esempio, gli stessi libri divulgativi di acquariofilia si riferiscono a queste chiocciole con gli appellativi di Ampullaria gigas e Ampullaria cuprina, quando invece entrambi i nomi sono da anni, nella letteratura scientifica, ritenuti sbagliati e obsoleti. Dal punto di vista storico, questi problemi di nomenclatura sono facilmente comprensibili dato che molte opere dei secoli XVIII e XIX, che descrivono queste chiocciole, sono ignorate dalla letteratura hobbistica.
La famiglia delle ampullarie è suddivisa in otto generi:
Afropomus Pilsbry and Bequaert, 1927
Asolene Orbigny, 1837
Felipponea
Lanistes Montfort, 1810
Marisa Gray, 1824
Pila Roeding, 1798
Pomacea Perry, 1811
Saulea Gray, 1867
Le ampullarie non hanno orecchie perciò sono sorde. Hanno occhi che dovrebbero metterle in grado di "vedere" l'ambiente in cui sono, ma la loro vista è assai scarsa. È un tipo di visione che serve solamente a individuare in maniera approssimativa quali sono i luoghi illuminati e quali quelli oscurati.
Diffusione e habitat:
Asolene, Felipponea, Marisa e Pomacea sono originarie del Nuovo Mondo (America centro-meridionale, arcipelago caraibico, e Stati Uniti meridionali), mentre Afropomus, Lanistes e Saulea sono originarie dell'Africa. Il genere Pila è invece presente sia in Africa che in Asia.
Le ampullarie abitano diversi biotopi: da paludi, fossi e stagni a laghi e fiumi. La maggior parte delle specie, però, preferisce l'acqua ferma o a lento corso, e solo poche specie si sono adattate ai fiumi con correnti forti.
Abitudini:
Le ampullarie non sono ermafrodite. A seconda della specie, della temperatura e altri fattori, il tempo di vita medio varia da uno a quattro anni. La combinazione polmoni/branchie nelle ampullarie dimostra la loro capacità di adattamento agli ambienti acquatici poveri d'ossigeno. Questo è spesso il caso delle paludi e degli specchi d'acqua poco profondi. Se non avessero i polmoni dipenderebbero totalmente dalle loro branchie, il che limiterebbe la loro capacità di sopravvivenza. Un altro vantaggio della respirazione polmonare accostata all'essere munite di guscio e opercolo, è la capacità di sopravvivere ai periodi di siccità, molto comuni in questi biotopi durante le stagioni estive. In questi casi si seppelliscono nel substrato e cadono in un letargo estivo con il guscio saldamente sigillato dall'opercolo. In condizioni di umidità e temperatura favorevoli, le ampullarie possono essere attive tutto l'anno. Oltre a proteggerle dalla siccità, il guscio è un'efficace difesa contro i predatori. Molte specie, in particolare le Pomacea, originarie del Sud America, hanno un'altra notevole particolarità anatomica: un sifone respiratorio. Quest'organo, formato da una ruga della cavità del manto, nella parte sinistra del collo, è difficilmente visibile quand'è inutilizzato. Talvolta le ampullarie necessitano di cambiare l'aria nel polmone, i muscoli della ruga si contraggono facendola diventare una struttura tubolare (sifone), che permette alla chiocciola di respirare l'aria in superficie restando sott'acqua. Rimanendo sommersa, la chiocciola riesce a sfuggire agli attacchi degli uccelli predatori. Tuttavia non è insolito che le ampullarie galleggino quando hanno molta aria nel polmone. Non è nemmeno insolito che restino inattive per giorni o addirittura settimane, specialmente quelle vecchie. Quindi il fatto che galleggi per giorni in superficie non significa necessariamente che sia malata o morta. Però se la chiocciola comincia a puzzare o se non si rinchiude nel guscio quando è toccata, potrebbe esserlo e andrebbe rimossa immediatamente dall'acquario. Un'altra caratteristica sorprendente delle ampullarie, sono le uova deposte sopra il pelo dell'acqua. Giunta l'ora della deposizione, la femmina abbandona l'acqua per deporre le uova sugli steli emersi della vegetazione acquatica, su tronchi, rocce o altre superfici solide emerse. Questo comportamento singolare appartiene, per quanto ne sappiamo, solamente alla famiglia delle ampullarie. Tuttavia non tutte le ampullarie, depongono in superficie, infatti Asolene, Felipponea, Lanistes, Marisa e probabilmente anche Afropomus e Saulea depongono le uova sempre avvolte in una massa gelatinosa su superfici solide, ma immerse.
Le specie comuni in acquario:
L'identificazione della famiglia di appartenenza può essere di un dettaglio rilevante poiché le condizioni di allevamento differiscono leggermente. Per semplificare il tutto si può affermare che se è stata acquistata in un negozio, probabilmente è una Pomacea bridgesii (chiocciola del mistero, ampullaria appuntita, chiocciola d'avorio) oppure una Pomacea canaliculata e se la chiocciola ha il guscio piatto e misura più di 2,5 cm (1 pollice) con o senza bande scure, invece è una Marisa cornuarietis (corno d'ariete). Questa chiocciola non è sempre identificata come ampullaria a causa del suo aspetto. Meno comuni ma talvolta disponibili nel mercato dell'acquariofilia (principalmente negli Stati Uniti) sono le Pomacea paludosa (originarie della Florida). Solamente la popolarissima Pomacea bridgesii è adatta a vasche ricche di vegetazione perché questa chiocciola si nutre principalmente di resti in decomposizione e perché i suoi denti sono troppo teneri per divorare la vegetazione acquatica.
Riproduzione:
Il successo nell'allevamento delle ampullarie dipende da diversi fattori. Prima di tutto, sono necessari un maschio e una femmina; e con ciò sorge già il primo problema: Come si capisce se si hanno entrambi i sessi? Sfortunatamente non è semplice individuarne le differenze senza essere allenati. Per sicurezza, è saggio tenere più individui assieme, in modo da aumentare la probabilità che tra questi ci siano entrambi i sessi. Successivamente le chiocciole dovrebbero cominciare ad accoppiarsi e a deporre le uova. Temperature elevate e abbondanza di cibo dovrebbero incentivarle a farlo. È da notare che tutto ciò può richiedere tempo e pazienza. Le diverse condizioni stagionali possono influire sulla loro attività riproduttiva. Una volta pronte le uova, la femmina abbandona l'acqua durante la notte, in cerca di un buon posto dove deporle. In acquario può avvenire sulle pareti o sul coperchio, mentre in un laghetto avviene su qualsiasi oggetto vicino all'acqua. È piuttosto ovvio che le chiocciole necessitino di sufficiente spazio per deporre le uova sopra il pelo dell'acqua. la popolazione di ampullarie è abbastanza facile da controllare sia in acquario che in laghetto. Le chiocciole adulte sono facili da individuare e da catturare ed è difficile che le uova passino inosservate. Basta toglierle per prevenire un sovrappopolamento.
Le uova vengono deposte una per una ed attaccate le une alle altre fino a formare un solido grappolo. Appena deposte sono soffici e hanno un colore lattiginoso, ma si induriscono in poche ore. La loro colorazione definitiva (bianco, verde, rosato o arancione chiaro, a seconda della specie) si stabilizza dopo un giorno o due. Le uova dovrebbero rimanere umide, ma non bagnate, e mai immerse, altrimenti i nascituri annegherebbero. In generale questo non dovrebbe essere un grosso problema in acquari muniti di coperchio. È da notare che non tutte le specie di ampullarie depongono le uova fuori dall'acqua. La Corno d'Ariete (Marisa cornuarietis) per esempio, depone le uova in acqua agglomerate in grappoli gelatinosi.
Dopo 2-4 settimane (a seconda della temperatura), le uova sono in procinto di schiudersi. Il grappolo diventa sempre più scuro e finalmente le nuove nate, mangiando il guscio dell'uovo, fuoriescono lasciandosi cadere in acqua. Poiché molti pesci mangiano queste chiocciole quando sono piccole, è buona norma trasferirle in una vasca separata. È piuttosto difficile catturare chiocciole di queste dimensioni senza ferirle, è molto più semplice trasferire l'intero grappolo di uova prima che avvenga la schiusa: per staccare il grappolo è sufficiente bagnare leggermente la parte attaccata alla parete in modo che il collante naturale si sciolga, si deve poi sistemarlo da qualche parte su un oggetto galleggiante nel nuovo acquario. Un altro sistema è quello di aspettare che le chiocciole sguscino e prendere il grappolo in quel momento, in questo caso non è necessario che resti intatto e non serve metterlo su un oggetto galleggiante poiché le chiocciole sono già sgusciate, si può addirittura metterlo sott'acqua e scuoterlo per liberarlo dalle stesse chiocciole. Questo metodo, se accuratamente seguìto, salvaguarda la buona salute di un numero elevato di chiocciole. Durante i primi giorni che seguono la schiusa, le piccole ampullarie si nutrono di alghe tenere e avanzi di cibo. Tutto ciò è sempre disponibile in un acquario avviato, ma può non esserlo in uno nuovo, è quindi saggio preparare la vasca per le ampullarie almeno due settimane prima della schiusa, oppure nutrirle con del cibo per pesci sminuzzato. Dopo una o due settimane le piccole chiocciole sono in grado di mangiare le stesse cose dei genitori. |
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