Asino mongolo |
Equus hemionus hemionus |
Asini |
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Equus hemionus hemionus: Asino selvatico mongolo o khulan
Sottospecie di onagro. A questa sottospecie si potrebbe anche ascrivere il kulan del Gobi o dziggetai, Equus hemionus luteus.
Vive in Mongolia ed in Cina settentrionale, ma in passato era diffuso anche in Kazakistan, prima di estinguersi in seguito alla caccia.
La popolazione è diminuita in seguito al bracconaggio ed alla competizione con il bestiame per i pascoli e lo stato di conservazione della specie viene valutato come vulnerabile. Dal 1953, in Mongolia l'asino selvatico mongolo ha goduto di una protezione completa. Questa sottospecie viene inoltre classificata nell'appendice I della Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate (CITES) e nel 2002 è stata aggiunta all'appendice II della Convenzione sulle Specie Migratrici. Comunque, in seguito alla crescita demografica umana e ad alcuni inverni particolarmente severi degli anni scorsi, il numero dei conflitti tra i mandriani e gli asini selvatici mongoli sembra essere aumentato.
Il bracconaggio a scopo alimentare sembra essere un problema crescente in Mongolia. Per alcuni ceti della popolazione locale la carne di asino selvatico e di altri animali selvaggi appare come una sostituta o perfino come un'economica alternativa alla carne degli animali domestici. Nel 2005, un censimento nazionale basato su una serie di questionari ha riscontrato che ogni anno vengono uccisi dai bracconieri 4500 asini selvatici, circa il 20% dell'intera popolazione. Inoltre, i cambiamenti politici degli inizi degli anni '90 hanno permesso alla popolazione urbana di ritornare ad uno stile di vita nomade, seguito da un grandissimo incremento in molte aree rurali della popolazione umana e del bestiame.
I cambiamenti politici e sociali hanno distrutto il tradizionale utilizzo delle terre, indebolito le forze dell'ordine ed inoltre spinto la gente ad utilizzare le risorse naturali, ad esempio rendendo le specie selvatiche una risorsa aperta a tutti]. Si prevede che il ritorno dell'uomo e del suo bestiame provocherà un aumento delle interazioni uomini-animali, minacciando così la sopravvivenza delle rare specie animali del deserto del Gobi. |
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