Euoplocefalo |
Euoplocephalus |
|
|
Euoplocefalo o evoplocefalo
Dinosauro corazzato vissuto nel Cretaceo superiore, Campaniano Maastrichtiano, circa 74 milioni di anni fa, in Alberta e in Montana.
Lungo circa 6 mt e pesante circa tre tonnellate, questo dinosauro è stato descritto per la prima volta da Lawrence Lambe nel 1902 ed è forse il più conosciuto tra i dinosauri corazzati, o anchilosauri. Il genere Euoplocephalus consta in tutto di una quarantina di ritrovamenti più o meno completi. Uno scheletro eccezionalmente ben conservato, purtroppo privo del cranio, è stato studiato nei dettagli negli anni ྂ e ྌ, e ha permesso di descrivere con accuratezza l'anatomia e la morfologia della corazza di questi dinosauri.
L'esemplare in precedenza era noto come Scolosaurus cutleri, ma durante la revisione degli anni ྂ è apparso chiaro che apparteneva alla specie E. tutus. Il cosiddetto "Scolosaurus" era raffigurato con il corpo pesante schiacciato contro il terreno, la testa priva di armatura e con una doppia fila di puntali lungo il dorso che raggiungevano un'altezza considerevole nella zona del bacino, mentre la mazza caudale era armata con due ulteriori spuntoni. In realtà sulla coda forse non era presente alcuna spina supplementare, e il corpo era tenuto ben sollevato dal terreno; la testa, ben conosciuta in altri esemplari, era dotata di quattro brevi "corna" difensive e di un'intelaiatura di placche fuse insieme. È noto che anche le palpebre erano ossificate, a garantire una totale protezione dell'animale quando questo teneva gli occhi chiusi. Strutture simili sono note anche nel nodosauride Pawpawsaurus.
Per altri resti fossili, attualmente ritenuti appartenenti a Euoplocephalus ma in precedenza denominati Dyoplosaurus acutosquameus, era invece raffigurato come possessore di una mazza caudale priva di spine e con puntali sulla schiena meno alti. Attualmente si ritiene che questi esemplari appartengano comunque a una specie particolare di Euoplocephalus, E. acutosquameus, dotata di una mazza caudale più arrotondata e in alcuni casi, forse, munita di punte. Sembra inoltre che l'euoplocefalo avesse sviluppato un proprio sistema di masticazione del cibo particolarmente efficace, in modo del tutto diverso da quello adottato dai ceratopsi e dagli iguanodonti. |
|