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Lupo russo Canis lupus communis
Canis lupus communis: Lupo russo
Sottospecie di lupo grigio che vive nella Russia centro-settentrionale. Una delle cinque sottospecie di lupo grigio presenti nella Federazione Russa, insieme al lupo eurasiatico, al lupo del Caspio, al lupo tibetano e al lupo della tundra.

Classificazione scientifica:
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Carnivora
Famiglia: Canidae
Genere: Canis
Specie: Canis lupus communis Schreber, 1775

Il lupo russo presenta delle dimensioni piuttosto grandi per gli standard del lupo grigio, con un peso medio di 55 kg ed una variazione di 30-80 kg per i maschi ed un peso medio di 45 kg ed una variazione di 23-55 kg per le femmine.

In Russia, nelle aree non abitate dagli uomini, i lupi sono predatori numerosi e di grande successo, tanto che il governo russo li ritiene in sovrannumero. Quando operano in branchi, possono cacciare grandi ungulati come il camoscio, il maral, il cinghiale e l'alce. A causa della scarsità delle prede i lupi sono in competizione con le tigri, cosicché il loro numero tende a scendere nei luoghi in cui sono stati reintrodotti questi grandi felini.

I lupi in Russia sono più aggressivi nei confronti dell'uomo rispetto ai loro cugini nordamericani e infatti sono stati registrati numerosi attacchi, soprattutto in aree rurali dove le popolazioni umane difendono le proprie greggi, loro unica fonte di sussistenza, dagli attacchi di questi predatori.

Agli inizi del XX secolo, il neo-formato governo sovietico lavorò assiduamente per sterminare lupi ed altri predatori nel corso di un vasto programma di risanamento delle terre. Nei progetti del governo non c'era spazio per il lupo e per ogni altro predatore, così gli ufficiali governativi ordinarono all'Armata rossa di sterminare qualunque predatore vivesse in quelle terre; i suoi uomini lavorarono così efficientemente che portarono all'estinzione la tigre del Caspio. Durante la grande guerra patriottica, quando il governo russo focalizzò la sua attenzione sulla difesa dall'invasione nazista, la popolazione dei lupi poté avere un attimo di tregua, tanto che il loro numero aumentò nuovamente.

Dopo la sconfitta della Germania, l'URSS pose la sua attenzione nella ricostruzione dei suoi territori e lo sterminio dei lupi cominciò ancora una volta. In URSS vennero uccisi 42.300 lupi nel 1945, 62.700 nel 1946, 58.700 nel 1947, 57.600 nel 1948 e 55.300 nel 1949. Tra il 1950 ed il 1954 venne uccisa ogni anno una media di 50.000 esemplari. Il lupo sopravvisse soprattutto a causa della vasta parte di territorio non abitata dall'uomo. I primi studi sovietici veri e propri sui lupi si limitarono a cercare nuove maniere per sterminarli. Tra gli anni '70 e gli anni '90 la visione nei loro confronti cominciò però a cambiare e da allora si è cominciato a proteggerli.

Con la caduta dell'Unione Sovietica gli stermini dei lupi vennero vietati. Da allora, il loro numero si è stabilizzato, sebbene vengano ancora cacciati legalmente. Si stima che ogni anno in Russia vengano uccisi 15.000 lupi per le loro pellicce, ma anche a causa dei conflitti con gli uomini e della persecuzione. In seguito alla nuova dottrina capitalista del governo, le attenzioni della Russia si sono incentrate tutte sull'economia e su affari di politica interna e lo studio dei lupi è stato in gran parte abbandonato per mancanza di fondi.