acipenser naccarii

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acipenser naccarii storione cobice Acipenseridae Acipenseriformes
                                                                 
Storione cobice: Acipenser naccarii

Pesce anadromo endemico del Mar Adriatico.

Classificazione scientifica
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Subphylum: Vertebrata
Infraphylum: Gnathostomata
Superclasse: Ittiopsidi
Classe: Actinopterygii
Sottoclasse: Chondrostei
Ordine: Acipenseriformes
Famiglia: Acipenseridae
Genere: Acipenser
Specie: Acipenser naccarii Linnaeus, 1758
Nomi comuni:
Storione cobice
Storione adriatico
Storione del Naccari

Questa specie si ritrova soltanto nel Mar Adriatico e non esistono segnalazioni autorevoli da altri mari. Per la riproduzione risale soprattutto il fiume Po ed alcuni suoi affluenti ma anche Adige, Brenta, Piave, Tagliamento, Livenza ed altri tributari dell'Adriatico, anche appenninici. Sul lato orientale del Mar Adriatico risale sicuramente i fiumi Cetina e Narenta ma la sua distribuzione non è nota con certezza. Pare accertata la sua presenza nel Lago di Scutari tra Albania e Montenegro.

Assai simile allo storione comune (Acipenser sturio), se ne differenzia principalmente per alcuni particolari: Il muso è molto più corto e tozzo (e questo è il carattere di più semplice rilevamento all'esame macroscopico) il colore del dorso è più scuro e più brunastro c'è un numero minore di placche ossee laterali lungo i fianchi le dimensioni sono sensibilmente minori (fino a 200 cm di lunghezza, media 140 cm per 20 kg).
Essendo una specie anadroma risale i fiumi per la riproduzione ma pare esistano popolazioni residenti in acqua dolce, ad esempio quelle del Po a monte della diga di Isola Serafini che pare si riproducano con successo nonostante sia loro precluso l'accesso al e dal mare. Molti aspetti della biologia riproduttiva della specie restano oscuri.
La dieta è a base di crostacei ed insetti a cui gli esemplari maggiori aggiungono dei piccoli pesci.
La specie corre il rischio di estinzione a causa sia della pesca professionale (vietata da alcuni anni) che degli sbarramenti che impediscono la risalita. Anche l'inquinamento influenza negativamente la riproduzione della specie. + di particolare rilievo la sua conservazione in quanto il suo areale è ridotto e le principali località di riproduzione si trovano in Italia. Attualmente si sta sperimentando, con buoni risultati, l'allevamento e la reimmissione in natura di giovani esemplari.
La sua cattura e detenzione sono vietate su tutto il territorio nazionale.