« « « indietro Cavedano: Squalius cephalus | ||||||
Pesce d'acqua dolce della famiglia dei Ciprinidae È diffuso in quasi tutta l'Europa centrale. In Italia è sostituito dall'affine Squalius squalus (Leuciscus Cephalus Cabeda e Albus) noto come Cavedano Italico o Cavezzale, diffuso in tutti i bacini fluviali e lacustri, con esclusione di Calabria, Sicilia e parte della Sardegna. Il cavedano ha una linea elegante, adatta ad un pesce che si muove agile e veloce anche nelle correnti molto forti. Si presenta con un corpo di taglia robusta leggermente compresso ai lati. Ha pinne sorrette da raggi molli di dimensioni alquanto ridotte, salvo la caudale che è ampia e leggermente incisa. La pinna dorsale, è collocata a metà corpo circa; Le ventrali, contrapposte alla dorsale, si trovano leggermente più avanti; La anale, anch'essa contrapposta, è leggermente più indietro. Ha la testa grande e larga con il muso corto ed arrotondato; le narici si trovano a metà strada fra gli occhi e il bordo della mascella superiore, che è lievemente più in fuori della inferiore. |
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Bocca ampia e priva di denti (come tutti i Ciprinidi) ma dotata di due protuberanze appuntite simili a denti
e di una piastra molto robusta con cui può sminuzzare e masticare il cibo.
II corpo è rivestito di squame cicloidi regolari, di color verde bluastro sul dorso (bronzeo giallastre negli adulti); Le parti ventrali inferiori sono di colore bianco argenteo. La pinna dorsale e la caudale sono grigiastre, mentre le altre tendono al gialliccio rossastro. Lungo tutta la linea laterale sono presenti piccole barre segmentate di colore giallastro. Nella varietà Leuciscus Cephalus Albus i colori sono più chiari, le squame più minute, la testa più piccola e le pinne rossastre. Frequenta le zone di confluenza e d'immissione anche di piccoli corsi d'acqua, dove riesce a sopravvivere anche in acque stagnanti con poco ossigeno o in acque torbide per scarichi alluvionali, o anche, cittadini, dove può trovare facilmente il cibo. |
Linneo
1758
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Il Cavedano è un onnivoro (tanto da meritarsi il soprannome di spazzino delle acque) talmente vorace da non esitare ad aggredire pesci più piccoli,
o addirittura, rane e topi, per nutrirsene. Si adatta alle più difficili condizioni ambientali.
Si può trovare anche nei torrenti montani fino a 800 mt. di altitudine e sopporta, perfino, l'acqua salmastra dei fiumi che sfociano in mare.
Nella stagione invernale si rifugia nei profondi fondali, ma senza cadere in letargo.
Vive in ogni strato d'acqua, in superficie, a mezzo fondo o sul fondo, nella costante ricerca del cibo, ma la presenza dello (apparato di Weber) lo rende molto sensibile e ciò può spiegare perché, a volte, il Cavedano, furbo e diffidente per natura, non abbocca, anche se si dimostra attivo. Gregario per natura, passa gran parte della vita riunito in piccoli gruppi. Solo i più vecchi esemplari conducono vita isolata. Fra maggio e giugno (periodo di riproduzione), in acqua pulita e corrente, i Cavedani si riuniscono in gruppi numerosi tra i bassi fondali ghiaiosi, rivestiti di vegetazione; Maschi e femmine si strofinano i fianchi, lungo la linea laterale (frega); Le femmine depongono centinaia di migliaia di piccole uova (0,7 mm.), che si attaccano alle erbe e ai sassi del fondo, che i maschi provvedono subito a fecondare. Gli avannotti, alla schiusa (circa 12 - 15 giorni), misurano circa 7 mm. ed hanno sviluppo abbastanza veloce: al quarto anno di vita possono raggiungere il peso di 1 kg. Il Cavedano può raggiungere max 14 anni di età, 70 cm. di lunghezza e fino a 9 kg. di peso. Spesso, nelle nostre acque, si pescano esemplari tra gli 800 g. e i 2 kg. I Cavedani ambientati nei laghi sono più grossi di quelli dei fiumi. Apprezzato dai pescasportivi che lo insidiano con diverse tecniche. Poco apprezzato in cucina per le troppe lische. Squalius cephalus è valutato come a rischio nella Lista Rossa IUCN delle specie minacciate, Versione 2017.1 |
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